sabato 14 luglio 2012

Working class


Amo gli inglesi. Non quelli della "City", che speculano sulla prosperità economica dei popoli, non amo la Gran Bretagna imperialista dei due scorsi secoli; ma i minatori e gli operai di Ken Loach, quelli sì, li amo.

Mi sembra che la Gran Bretagna, nel suo essere così fortemente presente tra le correnti spirituali che orientano i popoli, abbia prodotto il male ed il suo antidoto, mirabilmente svelato dai suoi registi della "working class".

Per lungo tempo mi sono chiesto quale mai possa essere stato l'elemento catalizzatore che, nel corso del novecento, ha separato una sinistra, inizialmente in sintonia con le istanze sociali delle classi disagiate, da quelle stesse classi; fino a divenire un oscuro epifenomeno politico, più interessato a singolarità sessuali, legittime ma giocoforza confinate nella sfera del privato, che alle attuali esigenze di riscatto dal supercapitalismo del NWO.

Mi sembra davvero singolare come, lo stesso ambiente sociale, possa produrre impulsi così contrastanti. Se da un lato certe massonerie "antitradizionali" urgono verso l'annichilirsi di ogni "particulare", in nome di dei senza luce e senza storia; d'altra parte, tanto più fortemente ne emerge un "milieu" tanto cristiano quanto distaccato da ogni contaminazione clericale.

Forse la spiritualità di questo popolo è davvero, in massima parte, rappresentata dal genio di Oscar Wilde, da quella immensa parabola artistica che, nel "De Profundis", ebbe il suo meraviglioso compimento.

Casualmente direi, semmai potesse esistere il caso, mi sono imbattuto in un lucidissimo articolo che per me ha potuto riannodare tante considerazioni che tendevano a convergere in una sintesi.

Ve lo propongo qui:
Il socialismo: oltre la destra, oltre la sinistra, oltre la modernità

E' una recensione di "Le complexe d’Orphée" di Michéa, che mi riprometto di leggere.

In "Tutto o niente" di Mike Leigh, l'intensità dello sguardo di Timothy Spall di fronte al mare, mentre vede tutta la sua vita, sociale, familiare, economica, andare a rotoli, è -a parer mio- il fotogramma più vero e sublime di tutta la cinematografia.

Mi sono sempre chiesto dove mai si potesse collocare, politicamente, questa "working class". Oggi ho considerato che quasi metà dell'elettorato europeo, alle urne, non ci va neppure: e finalmente l'ho capito.

Nessun commento: