martedì 9 aprile 2013

Dignità e moneta

Prendo spunto da un lucidissimo articolo di Davide Giacalone qui, che ci ricorda come, negli anni più bui della nostra storia dal dopoguerra, la dignità del popolo italiano sia stata svenduta alla concupiscenza di burattinai che, d'oltralpe, manovrarono pochi, ma determinati, ingenui.

Non Gerardo Chiaromonte, comunista più vicino alla tensione morale di Enrico Berlinguer che all'oscurità di quei complotti, che ancora sussistono.

E' però illuminante ricordare come, allato alla distruzione della parte sana della nostra politica, venisse perpetrato l'attacco al cuore del sistema economico italiano:

Col decreto legislativo n.385 1993 (governo Ciampi) veniva abrogata la legge Beneduce, che aveva, fino ad allora, ben definito il ruolo della Finanza nell'economia del nostro paese e preservato le banche dal malaffare.

Che rapporto intravvedere tra l'inizio della distruzione del nostro benessere economico e la svendita della dignità politica?

Senza dubbio inquietante, quali che siano i podromi oscuri di quelle vicende: la coincidenza temporale è inequivocabile.

Un popolo può mantenere il benessere economico solo preservando la sua dignità; la prostituzione è sempre, a un tempo, morale, e di necessità, economica.