sabato 14 aprile 2012

L'aperto dispregio

Mi fanno sapere, la logica che sottende l'evasione fiscale è "di scarsa considerazione se non di aperto dispregio dell'interesse generale del Paese e del bene comune".

Incasso il colpo e rimugino: come lavoratore dipendente sono un "onesto per forza", che sarei se solo potessi scegliere?

Già, e scegliere poi cosa? Scegliere di foraggiare le consorterie che affamano i popoli europei, prendendo dieci volte quel che restituiscono?

Scegliere il cappio al collo che dura tutta una vita di stenti, o quello che invece, brutalmente e tragicamente, risolve tutto nello spazio di un lampo di follia, e di cui sempre più spesso danno notizia i quotidiani?

Se solo potessi, democraticamente, scegliere, allora sceglierei davvero il bene comune del Paese; ma non sarebbe accondiscendere alla logica odiosa di chi, d'oltralpe, pretende di manovrare i nostri destini.

Sarebbe una cesura coraggiosa contro la sopraffazione, sarebbe un riappropriarsi della sovranità nazionale.

Oppure sarebbe un riconoscersi nella grande nazione europea, ma non certo come ce la ammannisce giorno per giorno la congiura dei servi monetaristi.

Sarebbe un'Europa in cui l'uomo, come individuo, verrebbe posto al centro dei valori morali, così come avrebbe dovuto essere.

Il diritto romano riconobbe il valore dell'uomo in quanto "cives", non certo in quanto portatore della propria individualità; due millenni di cultura europea sono stati edificati sulla concezione della sacralità "in sè" dell'essere umano, per questo l'Europa dovrà dirsi cristiana, o non sarà.

Sceglierei, anzi ho già scelto, di additare la congiura di cui siamo vittime, l'aperto dispregio che si compie nel privare i popoli di quella ricchezza che non può prescindere dalla proprietà della moneta.

Chi addita l'altrui dispregio, osservi una volta dentro di sè, potrebbe trovarvi più di quel che pretende riconoscere nel suo prossimo.